Aldo Bigalli Stampa E-mail

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Soldatini
diario 1939-1945

Aldo Bigalli
nato a Pisa nel 1928
morto nel 2009

Venerdì 8 settembre. Oggi ho giocato molto nel cortile con Torquato e Franco e mi sono divertito tanto. Stasera abbiamo saputo alla radio che su Varsavia sventola la bandiera con la croce uncinata sullo sfondo rosso. Anno 1939. La Seconda guerra mondiale è iniziata da una settimana con l’invasione della Polonia da parte della Germania nazista. A migliaia di chilometri di distanza, nell’Italia fascista, c’è un piccolo cronista appassionato di storia che annota con attenzione e piglio critico ogni avvenimento. Aldo è un bambino di dieci anni, nato e cresciuto a Pisa, che non ha ancora iniziato le scuole medie. Come tutti i suoi coetanei vive giornate spensierate all’aria aperta ma la sera, prima di andare a dormire, china il capo su un diario. E comincia a scrivere, col tratto incerto del fanciullo, ciò che di significativo avviene nella sua vita e nel mondo che lo circonda. Alterna il resoconto del suo andamento scolastico alle notizie che apprende da radio, giornali, lezioni dei professori, discorsi dei familiari e da ogni altra fonte che il regime renda disponibile. E più la storia gli si stringe intorno, più le osservazioni diventano dettagliate e acute: Martedì 21 maggio 1940. Mattina. Si sa dai giornali che le scuole non terminano più il 15 giugno ma il 31 maggio. Questa notizia è stata accolta con poco favore perché si comprende che la guerra è inevitabile, ciò lo dimostrano diverse cose. I° le dimostrazioni studentesche. II° L’anticipazione della chiusura delle scuole. III° L’affissione di manifestini inneggianti contro la Francia e l’Inghilterra. Lunedì 10 giugno 1940. Mattina. Grande orgasmo: alle 18 parla il Duce e si teme che annunci che l’Italia entri in guerra. Pomeriggio. Alle 18 il duce ha annunziato che l’Italia a fianco della Germania è entrata in guerra e che "l’Italia proletaria fascista è di nuovo in piedi". Domani riporterò qualche brano del discorso. Disegna mappe dei principali avvenimenti bellici e coinvolge compagni di gioco nelle ricostruzioni. Con l’ingresso dell’Italia nel conflitto schiera eserciti di soldatini, che in parte costruisce da solo, al fianco della sua fantasia: Domenica 24 novembre. Pomeriggio. Ho compiuto una battaglia navale con le navi di sughero che sarebbero le corazzate, le cacciatorpediniere della gomma del clistere, le torpediniere di latta, gli incrociatori pure sono scato- lette, di sughero o di latta e le navi da trasporto pure. Ma quando la guerra bussa alla porta la dimensione ludica viene spazzata via. I soldatini si rivelano mostri in divisa da SS e le miniature di sughero giganteschi apparecchi di morte: dall’estate del ’40 Pisa è sottoposta a un crescendo di bombardamenti che tracima dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Stanotte alle 1,23 tuuuu tuuuuu babbo era a letto, mamma ed io in cucina, mentre io mi precipito a scaraventare fuori le biciclette, mamma va a svegliare babbo. La strada ci volava sotto le ruote. Una possente formazione volava compatta nel cielo. Un rombo fragoroso spezza l’aria. Io e mamma ci gettiamo a terra presso un muro, un fumo rossastro si eleva su Pisa, ad un tratto di fronte a noi una immensa colonna di terra si alza, un cupo boato, la terra sotto di noi si scuote, il muro tentenna. Con l’occupazione nazista si sgretola anche il mito del duce che ha accompagnato nella crescita la sua generazione. Quel Benito Mussolini che disse:"si ricordino che al Brennero c’è in piedi tutta l’Italia con i suoi vivi ed i suoi morti" ha venduto ora l’Italia ai Tedeschi, il "barbaro nemico". Fino alla liberazione e oltre, Aldo descrive l’evolversi del quadro bellico internazionale, lo scempio del territorio pisano e livornese, le violenze perpetrate dai nazifascisti, le traversie familiari, le lotte personali di un bambino che la guerra e lo sfollamento hanno reso già adulto. E che ha riposto in soffitta i suoi amati soldatini.

Il programma della 34^ edizione:  

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