Piero Umiliani Stampa E-mail
umiliani (Firenze, 1926-2001)
Da grande vorrei
diario 1940-1943

Il diario personale di un adolescente, studente ginnasiale: sullo sfondo di un'Italia in guerra, il contraddittorio rapporto con la scuola, sempre in bilico tra studio e risultati non sempre brillanti, il sorgere dei primi sentimenti d'amore, l'affermarsi della passione per la musica e la scrittura. Unico, costante progetto: farsi strada nella vita.


12 Febbraio 1940
Questo diario mi è stato consigliato da babbo; infatti, come ha detto, credo che da grande mi sarà piacevole rileggere queste pagine principiate all'età di tredici anni; il babbo mi ha promesso che questo diario sarà segreto: lo terrò chiuso in una cassetta e la chiave la terrò io.

13 Febbraio 1940 (martedì)
Oggi ho provato un gran spavento. Ho sentito per la prima volta in vita mia una scossa di terremoto; ero giù dalla nonna, quando ho sentito uno scuro battere più volte contro il muro; dalla nonna c'era anche Beppino che è cominciato a piangere ed ha voluto ritornare subito a casa sua, come se là non battesse il terremoto.

14 Febbraio 1940 (mercoledì)
Ho preso un 4 in latino; non me lo meritavo; non avrei alcuna ragione a mentire in questo diario che io solo leggerò; appunto perché non me lo sono meritato, nonostante tutte le preoccupazioni della mamma, sono stato contento di me lo stesso; mi sento la coscienza a posto; ho studiato, sapevo e il professore se mi ha dato 4 ha fatto un'ingiustizia. Comincio a credere che piuttosto di studiare tutta la giornata ed alzarmi la mattina alle 5, sia meglio andare a fare delle belle passeggiate per il viale Michelangiolo, ché prenderei lo stesso 4, ma guadagnerei di salute. Nel componimento che ho fatto ieri l'altro mi ha dato 6, mi meritavo di più.

15 Febbraio 1940 (giovedì)
Sono andato a lezione di armonia dal signor Gigino; egli mi ha detto che se mi procuro dei versi e mi vien in mente un motivo potrei, col suo aiuto, comporre qualche canzonetta e poi portarla da un editore e farla pubblicare. Le prime volte anche gratis e col tempo potrei anche guadagnare; comporre musica mi piacerebbe e, se riesco, da grande, oltre all'altre mie occupazioni, questa sarebbe quasi un divertimento e mi apporterebbe, ripeto se riuscissi, un discreto guadagno.

16 Febbraio 1940 (venerdì)
Sono stato interrogato in francese in dettatura. La professoressa mi ha detto che con un po' di più di attenzione avrei potuto fare un dettato perfetto; insomma, mi meritavo perlomeno 6+ ma la professoressa, accidenti alla scalogna che sempre m'ha perseguitato, non mi ha dato nessun voto. All'uscita mi sono cazzottato col Martelli; egli mi aveva buttato il cappello in mezzo alla strada; così ho fatto io del suo, aggiungendo un poderoso calcio nel suo sedere (di Martelli); questi mi ha fatto una pesca, che mi duole ancora, in un occhio, io gli ho tirato i capelli e chi sa quanto si sarebbe continuato a sobbottarci se non ci avessero diviso; ma io ho sempre da regolare questo conto e lo regolerò, se non domani, domani l'altro, ma lo regolerò. Vendetta!!!

17 Febbraio 1940 (sabato)
Giornata grigia, piovosa e fredda; vien sonno, si sbadiglia, il cielo da un riflesso triste a tutte le cose; sono rimasto in casa, invece di andare al cinema col babbo e la mamma, per fare il greco: un'insopportabile traduzione che non finisce più; a scuola non mi son più vendicato col Martelli; abbiamo, invece, fatto la pace.

 
 
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