Raffaele Favero Stampa E-mail
favero (San Mamete CO, 1945)
Rafiullah
epistolario 1967-1983

Attraverso lettere ai genitori e alla sorella, un giovane milanese, interessato alle culture orientali, racconta i propri spostamenti in vari stati asiatici e le esperienze di confronto con altre religioni, fino alla propria conversione all'islamismo. Nel 1974 si sposa con una giovane australiana e con lei si trasferisce in Australia dove nascono tre figli. L'invasione dell'Afghanistan da parte dell'Unione Sovietica lo riporta a fianco dei mujahiddin a filmare la loro resistenza. L'ultima lettera precede di tre mesi la sua morte sotto un carro armato.


Istanbul, ottobre,'67
Carissima famiglia,
vi sto scrivendo da un alberghetto nella zona antica della città: Sultan Ahmet, Haya Sofia, Blue Mosque, Topkapi, Calata Bridge, è tutto qui vicino. Questa è la parte più orientale della città.
Dovete scusare il mio ritardo ma Istanbul mi ha coinvolto per cinque giorni, un sacco di cose nuove da vedere, e cose vecchie da pensare. Il viaggio fin qui è stato facilissimo: in due giorni eravamo a Belgrado in un motel per studenti e in altri due giorni (Italia, Yugoslavia, Grecia, Turckey) Istanbul ci è apparsa come la prima tappa: la porta dell'oriente.
Tutto lascia presupporre che il viaggio verso l'India sia stupendo (a parte il tempo incerto): stiamo ancora decidendo l'itinerario: credo che passeremo per la Siria e l'Iraq (Bagdad), Abadan,(imbarco per Karachi e India).
Io sto proprio BENE: leggo, disegno, mangio, fumo (?) parlo con gli amici, giro Istanbul, piena di taxi e bus colorati e di gente simpatica.
SPERO che non vi preoccupiate: Patrizia andrà a scuola. Papà lavorerà e mamma guarderà la casa OKAY?
Vi scriverò i dettagli del viaggio, quando sarò a Bagdad, qui ho l'impressione di non essere ancora partito, sono ancora vicino a Milano.
Ora vado a mangiare un SIS KEBAB e vi saluto caramente. SAPPIATE CHE VI VOGLIO SEMPRE BENISSIMO.
BACIONI a Pat, Mamma e Papà
Salutate per me.
Raffaele (tornerò!)

Theran (Persia) circa il 4 novembre
Carissimi genitori e sorella,
finalmente vi scrivo e questa volta ho molto da raccontarvi. Come avrete notato l'itinerario della via verso le indie ha subito un profondo cambiamento.
Partii da Milano alle 8 di sera: l'equipaggio era così composto: io, l'Antonio, Clara e Caroline (2 ragazze mie amiche che all'ultimo momento decisero di venire con me), in meno di 4 giorni entrai ad Istanbul, che mi si presentò come la porta dell'oriente per quella sua strana aria di confusione tra mentalità occidentale e orientale (araba). Come già vi dissi, il viaggio fino ad Istanbul andò benissimo: neanche una noia tranne le mie 16 ore di guida al giorno.
Ad Istanbul cominciarono i casini. 1) l'Antonio, colto da crisi depressive desiste dall'idea del viaggio e se ne torna in Italia. 2) le ragazze sono sempre più rompiballe (non erano abituate ad una vita sregolata) 3) incontro Carlo e Sabine, quei miei vecchi amici che fin dall'inizio dovevano partire con me e il Giovanni ed a causa del ritardo del mio libretto tentarono di raggiungere la meta in autostop (varie peripezie li fecero tornare indietro e il caso volle che si ricongiungessero con me).
Rimasi a Istanbul 15 giorni (i dollari diminuivano) così un bel mattino, tirai su Carlo e Sabine e scappai verso il traghetto del Bosforo. Fui subito ad Izmit qui andai alla Turk Pirelli dove trovai la famiglia Giacomelli al completo (ndr cugini). Si sono sistemati proprio bene, e felici di vedermi hanno offerto a me e ai miei amici un ottimo pranzo all'italiana, ci fecero fare il bagno e ci diedero persino 120 lire turche (circa 12 dollari). Armando è contento della sua nuova posizione (è uno dei 4 dirigenti dello stabilimento turco che conta ben 8000 operai). Cleofe è entusiasta della nuova casa: una villetta con tanto di giardino, patio, 8 o 10 stanze situata in una zona residenziale di europei trasferiti in Turchia per lavoro direzionale. Le bimbe vanno in bicicletta. I Giacomelli vi mandano tanti saluti baci e ricordi.
Da qui il viaggio diventa più difficile: la Turchia è tutta montagnosa e da Ankara in poi le strade sono piuttosto brutte (quando sono belle sono come quella per Livigno!). Pur guidando tutto il giorno riesco a percorrere solo 300 km al giorno. Pioggia e freddo: di notte si dorme poco per via del gran freddo (-8 di notte) e per il rumore dei carri armati.

 
 
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