Calogero Di Leo Stampa E-mail

Brani scelti

dileo5 Sono stato sempre un umile emigrante e sempre lo sarò fino alla fine, solo per essere orgoglioso di aver passato una vita col dolce e l'amaro, e con il sogno di venire in questa meravigliosa terra America. WI TRUST IN GOD….



Mio padre vieni di una famiglia numerosa composta di undici persone nove figli sei fratelli e tre sorelle mio padre e il quinto dei figli, professione dei sei fratelli tutti contadini le sorelle casalinghe. […] Per mio nonno era festa ogni volta che scendeva al paese, però poveretta mia nonna Calogera anche lei Calogera, ogni volta scendevano al paese stampavano un figlio, per questo la famiglia era numerosa. Anche mio nonno Materno Calogero mia sorella Calogera, io Calogero della parte di mio papà e di mia mamma tutti gli eredi siamo 80% Calogeri una catena come MC Donald.



Nonno Calogero adesso cia' un problema quale' il problema tre figli femmine, perchè sono problema i figli femmine, perché per coltivare la terra ci vogliono gli uomini per aiutare il padre nella Campagna, nonno pensa come poter risolvere il problema nel paese gli antichi dicevano una frase che per avere un figlio maschio quanto faceva l'amore doveva appuntare i piedi forte al muro e così nasceva un figlio maschio.
Un giorno il nonno dice porca miseria questa notte voglio appuntare i piedi al muro, la sera il nonno va nella stanza di letto il capezzale dell'etto era appogiato al muro, che fa il nonno gira il letto con i piedi al muro il capezzale al centro della stanza, va la nonna Vincenza e le grida che è tutto questo manicomio, sei impazzito il nonno calmati calmati Vincenza e preparati che questa notte stamperò un figlio maschio e lo chiameremo Calogerino. La sera vanno a letto e incomincia il zichi zachi quanto il nonno sta quasi nell'atto dice alla nonna Vincenza neti forte che sto puntando i piedi al muro. E dopo nove mesi, Patapuffiti nasce unaltra femina Rosina il nonno dice no valio la pena girare il letto.



Tavola di nutrizione per persona per un giorno di zappare la terra
Calorie 0 mg.
totale grasso 0 mg.
saturato grasso 0 mg.
Colesterol 0 mg.
Sodium 800 mg.
fibra 0 mg.
zucchero 0 mg.
proteina 0 mg.
Vitamina A 0 mg.
Vitamina C 0 mg.
Calcio d'ancolo
CALCIUM TO THE PHARMACY
Dieta a punta di pistola, signori dopo un giorno intero zappando col culo a ponte questa era la nutrizione di un povero operaio agricolo per questo a quei tempi l'agente erano tutti secchi come le foglie.



I gabinetti al solito portabile uno nella stalla e uno al pubblico voi direte un gabinetto pubblico nel paese esatto avevamo due gabinetti publici, uno era al Ovest del paese uno al Nord uno al Sud e uno all'Est. Zio Antonio era fortunate lui abitava al Ovest a centocinquanta metri del gabinetto dietro una fila di paglieri fuori del paese chiamato il bastione zio Antonio quanto andava al gabinetto se camminava regulare mettia un minuto se era mergenza e camminava unmpo' in fretta arrivava in trenta secondi, era bello all'aria libera ti sedevi sopra le gambe e osservavi il panorama alberi di Olivo di mantorle la montagna di Caltabellotta un paese in cima alla montagna, pensavi, sognavi facevi piani la più bella veduta l'aveva l'Ovest anche a mio papà amme' e mio fratello ci apparteneva l'ovest perché abitavamo a due strade distante pensate che anche i vicini del Sud ci piaceva il nostro gabinetto perché la nostra veduta era più bella della sua, quanto terminavi di fare quella Cacatina che poteva durare mezz'ora un'ora tutto il tempo che ti piaceva nessuno ti buttava fuori, non ti costava una Lira, anche la carta igienica era gratuita, solo che era un po' dura la carta era una pietra che trovavi intorno ate, che succedeva quanto si pulia il culito con la pietra raspava, e raspa oggi raspa domain e addio peli del cu?



dileo2A nove anni papà già mi mette a girare la ruota e anche a distribuire le gassose una cassa a spalla con quintici gassose. […] Ciò quasi quattordici anni faccio Santo a zio Antonio, senza ordine del Papa. Zio Antonino nella guerra e dopo la guerra mandava due volte all'anno pacchi di roba per quattro fratelli e una sorella […] faceva contenti tutti ai grande e ai piccoli. Un giorno scrivo una piccola lettera a S. Antonino, le dico che non avevo mai avuto un vestito che papà non me lo poteva comprare che non cerano le possibilità e se lui mi poteva mantare uno, io non o detto a nessuno della lettera. Il prossimo pacco che ariva, come al solito tutti attorno al pacco per aprirlo, come se si dovesse aprire un tesoro, si apre il pacco si va uscento piano piano, […] un vestito piccolo che dice in un pezzetto di carta attaccato al vestito questo per mio nipote Calogero salto in'aria e grido grazie S. Antonino. […] E' proprio un Santo quell'uomo viva l'America viva zio Antonino viva li spaghetti e viva li porpetti, io incomincio come poter antare in America.



Continuamo la rutina lavoranto passeggianto, il giorno antavamo a vendere ingiro nel paese il gelato e la granita con un puzzetto io e mi zio Antonio, mio cugino Calogero quello che faceva volare il bancarello e martello per l'aria il calzolaio. Con mio fratello riempiamo gassose antavamo a venderle al cinema al campo sportivo quanto cera partite di pallone ci davamo da fare e i soldi sempre le portavano a mama'. Un giorno un mio amico Carlo mi aiutava lui girava la ruota e io riempia gassose il tratto era no soldi solo beversi tutte le gassose che voleva, Carlo girava e beveva pompava e beveva, io le dico beve cavallo che l'erba cresce, girava e beveva, una di limone, una di caffè, una di arancio e girava e beveva già aveva bevuto otto gassose già aveva l'estomaco gonfio come un tampurino pieno di gas e aqua, già non poteva girare più la ruota girava a stento e si faceva brutto, Carlo che ti succede mi fa male la panza siediti un po' si siede sopra una cassa di gassose e a un tratto Carlo incomincia a buttare aqua e gas di tutti i lati della bocca del naso dell'orecchi somigliava la Fontana di Trevi.



Entro nel sedicesimo anno un giorno mi metto a calcolare quante anime viventi aveva nella mia città di Lucca Sicula. Voi direti era un paesetto e adesso una città, vi spiego subito comera composta la città, settecento famiglie, tremila cinquecento abitante, mille e cinquecento muli cavalli e asini, mille e duecento capre e pecore, quattrocento cani, settecento gatti uno per famiglia perché uscivano topi da tutti i lati, trecento cinquanta coniglie e mezzo a famiglia che tutti non le potevano allevare, duecento vacche e tori, duecento maiali, venticinque, uno per famiglia i ricchi e benistante, venticinque mezzo per famiglia per quelli che stavano bene, centocinquanta un quarto per famiglia per la classe popolare, e il resto delle famiglie più poveri sentivano l'odore del porco e della salsiccia. Quattordicimila galline e galli e capponi, Quattro per persona per un'anno, tacchini quasi si sconoscevano. Totale anime abitante 22.150, si poteva chiamare una cittadella.
dileo6 […] Luciano veniva anche lui di famiglia umilde e povera, si era laureato all'accademia del (torchio) aveva preso la laurea del n. 7 - la zappa. Luciano prende a zio Giovanni per socio e i due fanno società, così si vende il Bar e si salva la barca.
[…] Subito mettemmo mano ad agiustare la piccola stalla che non e grande umpo più grande di un chiosco , antammo a Palermo con papà a ordinare un bancone piccolo di quattro puzzetti per fare i gelati e la famosa granita al limone Siciliana. […] Nonna mi da un pezzetto di stanza che continua col Bar solo ci antava solo un tavolo per giocare carte giocavano a Ramino a Poker e per le feste natalizie organizzava la ziccinetta e bacarà non era permesso era proibito gioco dazzardo però in paese eravamo tutti come una famiglia incluso la caserma dei carabinieri includendo a Pasquale. […] Nel bar avevo un gira dischi si metteva sempre musica ascoltavamo Claudio Villa, a Celentano con Ventiquattro mila baci, Rock Roll di Elvis Presley, di nilla pizza, di tutti i cantanti dei nostri tempi.



Si avvicina l'estate l'emigrazione continua a massa giovani adulti era già verso la fine di Maggio del 64 gli affari erano malissimo tutti i contadini alla campagna il paese era un cimitero, solo circolava qualche maestro tre impiegati del municipio due guardie municipale il cassiere del banco qualche ragazzino, qualche diplomato a spasso e qualche artigiano.



Arriva il giorno di partire saluto il banco che sedevo lamica solitudine le dico che papà ci farà compagnia e di nuovo brutta separazione con papà mamma fratello sorella e famiglia qualche amico e zii. Via a unaltra avventura di un Siciliano turista Milionario in'america Palermo, Roma, Amsterdam, New York, arrivo in Olanda […] zio Liborio aspetta a New York io non arrivo l'indomani finalmente a New York, passo la duana mi danno due mesi di soggiorno vado fuori telefono al zio dice venco subito a prenderti già respiro aria di New York e i piedi nel suolo Americano missione compiuta sogno realizzato.



Anche gli italiani parlano male dei portoricani perchè, quale la differenza di una buona famiglia italiana e questa famiglia portoricana. La notte non dormo pensando a Evelyn. Quella zona era di Germanesi e Italiani però ai tedeschi non piacciono gli Italiani che succede gli Italiani van entrando i tedeschi van uscendo verso il mare, i neri e i latini van avanzando come lesercito dietro gli italiani e le spicono verso i tedeschi entrano gli italiani escono i tedeschi, i neri portoricani e latini e altre razze avanzano e spincono sempre uno spince l'altro alla fine i tedeschi e italiani finiscono a mare, e i neri e latini sono i padroni della spiaggia e le case dei tedeschi, colpa del razzismo.



dileo4 Tutti i cittadini che non sono usciti o che non anno avuto il bisogno di uscire del proprio paese, clandestine o emigrante e la nuova generazione sono stati fortunate perché non possono provare che vuol dire emigrante, adesso si sta bene io sono contentissimo che noncè il bisogno di fuggire e per questo il vecchio proverbio non sbaglia che il sazio non crede al digiuno. […]Adesso termino orgoglioso di tutto questo mio passato di essere un Italiano emigrante fiero, e contribuire al progresso di questa grande nazione America che mi adotto e oggi è la Patria dei miei figli e dei miei nipoti. […] Adesso torno al mio abituale lavoro di tutti i giorni, naffiare I fiori e a sera fare la cena, guardare le notizie alla Tv e secè qualche partita di pallone di qualsiasi parte, perchè questa è la terapia degli sportivi Italiani il pallone. Dio benedica Italia, America e il mondo.



Calogero Di Leo
"Mai biurifu' laif"
autobiogafia 1937-2000

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