Primapersona n. 19 |
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in copertina
Celebrare il 68 è un ossimoro, perché si celebra ciò che si è concluso, mentre il 68 rappresenta, per tutti, l'apertura al nuovo, la rivoluzione (o il sogno di essa?), l'utopia incompiuta, credere che tutto, in fondo, è possibile. Tutti i dibattiti sul 68 sembrano avere un elemento in comune: chiedersi se davvero la rivoluzione c'è stata, o se invece tutto è tornato come prima… del resto c'è chi dice che senza il 68 il nostro mondo non sarebbe così com'è, e chi dice che è stato un sogno effimero, che dopo lo slancio tutti, prima o poi, sono tornati nei ranghi. Sogni e lotte, illusioni e delusioni che abitano le parole di chi il 68 l'ha vissuto, l'ha temuto, o ha tentato, in quanto genitore, di capirlo senza ostacolarlo… Per alcuni sogno, per altri incubo: in questo numero non vogliamo celebrare il 68, ma rendere omaggio ad una tappa imprescindibile della nostra modernità. Diari scritti a caldo e memorie riflessive seguite, come sempre, da alcuni saggi significativamente distribuiti: ne "La Sapienza" memorie e studi di chi il 68 l'ha fatto, lo ha pensato da dentro e da fuori, e lo sta ancora rielaborando, dando contributi significativi al nostro presente. In "In tema" invece scritti di giovani che sul 68 leggono, ascoltano, riflettono, immaginano, forse sognano, a riprova che quel maggio resta comunque, forse ormai per sempre, un simbolo. Simbolo di un mondo giovane dentro, che potrebbe tornare, per non sfuggirci più. Con dentro gli occhi le immagini più belle di questo "primo 68", le indimenticabili foto di Mario Dondero. Anna Iuso
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leggi la recensione dazebao.org redazione photo editor Loretta Veri |