novità editoriali al Premio Pieve 2017 Stampa E-mail

Balilla blues
Diario di una liberazione
di Ivano Cipriani - I diari di Pieve,Terre di mezzo, 2017

Balilla blues di Ivano Cipriani

Figlio di genitori comunisti, poi balilla e avanguardista e infine comunista egli stesso, Ivano Cipriani nasce a Roma nel 1926 da Alfredo e Alma e cresce in una famiglia allargata: tutti parenti scappati da Pistoia per fuggire alle persecuzioni del fascismo, pronti a ogni compromesso con il regime pur di costruire una vita normale intorno a quel bimbo. Con il passare degli anni, però, saranno le piccole esperienze quotidiane a indicare a Ivano la via d'uscita dalle liturgie e dal pensiero unico del ventennio.Le scoperte dell'amicizia,del cinema,della sessualità e della musica,il blues in particolare, cambieranno la sua vita. Un giradischi gracchiante, le note della tromba di Armstrong, tracceranno la strada verso la libertà. E quel suono cominciò a modularsi, cambiare, rovesciarsi, evocare, dialogare, sgusciare, colpire in ogni dove e ad ogni altezza e la melodia musicale si aggrovigliava, si scioglieva e tornava ad aggrovigliarsi, e poi saliva, saliva, saliva, in un canto di liberazione. Credo che fu soprattutto quel suono di tromba afar saltare per un attimo il lucchetto delle mie catene invisibili, del mio servaggio psicologico. La testimonianza di Ivano Cipriani ha vinto la 32esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino.

 

 

La vita è un sogno
Voci, volti e speranze degli italiani Dal Settecento al XXI secolo
il Saggiatore, 2016

La vita è un sogno

Quali sono i sogni degli italiani, i desideri più profondi e inconfessati, le speranze per il futuro? Dove si possono ricercare le radici di un popolo? La vita è un sogno ricostruisce un'ideale cosmogonia dell'immaginario italiano in un'opera corale, unica e vitale, che racconta l'anima più autentica del nostro Paese. Attraverso l'accesso all'Archivio dei diari,ai 7500 testi tra diari,memorie autobiografiche ed epistolari di gente comune conservati a Pieve Santo Stefano,in cui si riflette,in varie forme,la vita di tutti noi. Frammenti di vissuto lunghi una pagina, o poco più, scritti chissà da chi, chissà dove, chissà quando. Scelti senza criteri cronologici o di altra natura. Scelti per la vivezza della scrittura. Racconti di sé di gente comune ritrovati nel tempo, che tracciano una mappa della storia d'Italia, un mosaico le cui tessere sono testimonianze difformi, legate però indissolubilmente alla memoria di uno stesso Paese. Un forziere i cui reperti mutano l'aspetto in racconti di resistenza o di sacrificio, vissuti durante il periodo della guerra, in vorticose storie d'amore, nelle inquietudini di giovani esistenze divorate dal demone della droga, o schierate in prima linea nella lotta contro la mafia. Una complessità di voci multiformi, intrise dell'autentica espressività affine alla più riuscita scrittura popolare, raccolte da un flusso temporale che partendo dall'Ottocento arriva fino ai giorni nostri.

 

 

I quaderni di Luisa
Diario di una resistenza casalinga di Luisa T.
prefazione di Patrizia Gabrielli - I diari di Pieve,Terre di mezzo, 2017

I quaderni di Luisa

Nel 1969, dall'Università di Roma La Sapienza, un gruppo di studentesse lancia un documento dal titolo Piattaforma politica che può essere considerato alla stregua di una sintetica enunciazione delle questioni e dei temi che attraverseranno l'impegno femminista in quella stagione. A soli 70 chilometri di distanza dalla capitale e dalle universitarie femministe, a Borgo Flora, nella provincia di Latina, una donna di ventiquattro anni, Luisa T., sposata con Nando, operaio, di undici anni più grande di lei, e madre di un bambino, Antonio di diciotto mesi, si siede in quello che ritiene il luogo più intimo e appartato della sua casa, la camera da letto, apre un quaderno e inizia a scrivere. Da quel momento si immerge nella scrittura e strappa alla faticosa e monotona quotidianità uno "spazio" di riflessione. La narrazione si apre a un interno famigliare, ma siamo lontani dal classico quadro del sicuro e accogliente nido intorno al quale ruotano robuste pratiche discorsive. La violenza agita da Nando connota la scrittura fin dalle prime righe. Minacce, parole e gesti volgari, mortificazioni, intimazioni concorrono alla definizione di un clima di tensione e di soggezione. Luisa viene colpita ma non reagisce, sebbene la tentazione sia forte si trattiene, temendo di esasperare il bambino che spaventato piange. Altre percosse, sangue, occhi e naso tumefatti. Il giorno dopo per lui la vita sembra scorrere come sempre, partenza al mattino, lavoro, rientro a casa; per lei è diverso. Luisa è sfiorata dal sentimento del perdono, poi si convince che le premure del marito, sono solo l'esito del "rimorso della sua coscienza" piuttosto che dell'amore. L'orgoglio allora "diventa patrone" e non cede, consapevole che la strada della rappacificazione, largamente sperimentata in tante occasioni, non ha prodotto risultati positivi.

dalla prefazione di Patrizia Gabrielli

 

 

Primapersona n. 31
A mano scritti
Primapersona. Percorsi autobiografici
Anno XIX – n. 31 – marzo 2017, pp. 120
Udine, Forum Editrice, 2017 

PrimaPersona-31

Opere d'arte. Capolavori. Pezzi unici. Le scritture autobiografiche originali più preziose, raccolte dall'Archivio in un terzo di secolo, presentate in un numero monografico e celebrativo di Primapersona. Celebrativo della materia. Del significato. Della scelta del supporto sul quale gli autori hanno fermato il loro racconto. Dei riflessi di vita che hanno condizionato la scelta di quel supporto. La luttuosa vedovanza di Clelia Marchi che si dipana per tutta l'ampiezza di un lenzuolo matrimoniale. La battaglia contro l'analfabetismo di Vincenzo Rabito combattuta per 1027 pagine dattiloscritte. La violenza della prigione nazista dalla quale evadono i foglietti di Orlando Orlandi Posti. La tumultuosa vicenda sentimentale della contessa Emilia che si rifugia dietro a parole nascoste. I disturbi mentali di Ida Nencioni, aggrappati alla scansione raziocinante dei foglietti di un calendario. Sono forse questi i diari, le autobiografie, le memorie e le raccolte di lettere più conosciuti tra quelli che compongono il patrimonio di inediti conservati a Pieve Santo Stefano. Ma ce ne sono molti altri. In questo numero di Primapersona, accompagnati da una dettagliata scheda descrittiva delle testimonianze e biografica degli autori, potrete scoprirne ventuno. Attraverso un percorso fotografico nel quale ogni scatto indaga l'anima della scrittura, della materia, del significato, della scelta.

 

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Il programma della 33^ edizione:  

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