Primapersona n. 16 |
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Si dice che c'è chi mangia per vivere, e chi vive per mangiare. Questo numero di Primapersona scavalca quest'illusoria dicotomia e dimostra che, in realtà, noi tutti viviamo "col mangiare": col cibo comunichiamo, nel cibo riversiamo ansie, paure, tentativi di seduzione e indefettibili attaccamenti familiari. Il cibo diventa la nostra ossessione quando ce n'é troppo, o troppo poco. L'eleganza della confezione o il luogo dell'acquisto assurgono a segni di distinzione sociale, l'esigua quantità nel piatto segno di raffinatezza individuale... Insomma col cibo si vive non solo perchè il nostro corpo ne ha bisogno, ma perchè gli individui e i gruppi trasformano queste indispensabili sostanze, e i gesti e i saperi che le accompagnano, in cultura. Questo numero di Primapersona è un grande prisma in cui ogni sfaccettatura è una possibile chiave d'accesso: il cibo nella vita individuale e in quella collettiva, il cibo come problema e come momento di gioia, il cibo in guerra e in tempo di pace, il cibo e il suo contrario, la fame. Di tutto questo la scrittura autobiografica è uno scrigno senza fondo: diari e strazianti memorie sui disturbi alimentari, rassicuranti lettere dei soldati dal fronte, divertiti ricordi di pranzi e vecchie ricette... Le sezioni dedicate alla riflessione, "La Sapienza" e "In tema", si occupano di tutto questo e vanno oltre. Dall'intervista iniziale a Claude Fischler, specialista mondiale dell'alimentazione, si aprono piste che poi ritroviamo lungo i diversi articoli, dall'uso intimistico di alcune pratiche alimentari ad operazioni macroscopiche come Slow Food... fino alla presenza del cibo nella letteratura, in uno dei gialli più amati dagli italiani, il commissario Montalbano, con la sua mistica del buongustaio solitario. Anna Iuso
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